La giftedness è una fotografia, di quelle che ti vengono perfette e non sai come…

La pagella, una fotografia a parole

Immaginate di avere tra le mani una qualsiasi pagella della prima elementare di un bambino che chiameremo P. e leggiate: “P. è arrivato a frequentare questo primo anno scolastico già sapendo leggere e scrivere correttamente, oltre a saper fare piccoli calcoli di una complessità non equiparata all’età.

A fronte di un forte entusiasmo dei primi giorni, durante l’anno ha manifestato spesso comportamenti polemici (riprendendo compagni e maestra più volte durante le lezioni), giungendo alla fine dell’anno sempre più spesso insofferente e annoiato… le domande che pone sono spesso complesse, e su temi profondi, come la morte, l’origine dell’universo, la genetica e l’evoluzionismo delle specie… più di una volta è stato redarguito perché viene alle mani per difendere i compagni che vengono presi in giro… si dimostra eccessivamente sensibile se ripreso e tende a isolarsi dai compagni che non lo coinvolgono nei giochi perché per lui sono troppo banali…”.

Ecco, questa pagella potremmo pensarla come una fotografia in parole. Fatta da qualcuno non a conoscenza dei tratti peculiari dell’Alto Potenziale Cognitivo (APC) o giftedness.

Riflessioni sulla giftedness per riscoprire sé stessi

Ho sempre considerato il fotografare come parte integrante del piacere di viaggiare. Senza, sarebbe come non esserci in quei momenti. Sarebbe come non imparare tutto ciò che potenzialmente quegli istanti, quei luoghi, le persone, gli odori e i colori che incontro possono insegnarmi.

Per me la giftedness è un po’ una prima fotografiaDi quelle che ti vengono perfette e non sai come: però, se lasci che rimanga la sola, perderai la possibilità di vivere veramente il tuo viaggio.

Se pretendi di riuscire a farne di bellissime senza imparare e sviluppare un minimo di tecnica, finirai per accontentarti di un risultato mediocre che ti renderà probabilmente insoddisfatto. E se penserai che farai fotografie solo nei giorni di sereno, ti assicuro che con il tempo smetterai perché non ti sarai mai dato la possibilità di scoprire la meraviglia di un giorno di pioggia.

Il bello del mio lavoro nella giftedness è proprio questo: vivere viaggi di riscoperta, di rinascita, in cui ognuno può decidere quale scatto fare e tenere, quale lasciare come promessa per il viaggio successivo, o quale incorniciare affinché sappia ricordargli il momento in cui è passato dal dover essere ad essere.

Perché, in fondo, è proprio questo che accade a chi vive, suo malgrado, una vita che ricalca più quella degli altri: riuscire a creare un album di immagini reali può significare davvero conquistare sé stessi per la prima volta. Fuori da quel negativo effetto pigmalione nato dall’ignoranza del “non cambierai mai!”, appunto.

(Questo articolo è stato pubblicato sulla rivista 78Pagine)

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